mercoledì 19 ottobre 2016

Step 06- Scienza

Difficilmente si può ritrovare il colore terra di Siena Bruciata all'interno di un trattato scientifico, per cui la ricerca sarà principalmente relativa al colore marrone. 

La parola "rumore" nel linguaggio quotidiano indica qualcosa di indistinto e caotico. Tuttavia in ambito scientifico diversi tipi di rumore possono essere quantitativamente caratterizzati studiandone il contenuto spettrale. La classificazione del rumore è di fondamentale importanza nello studio di tutti quei segnali che contengono delle componenti casuali, e trova massiccio impiego nella tecnologia del suono.
Esistono vari tipi di rumore detti colorati caratterizzati dal fatto di avere alcune componenti dello spettro prevalenti sulle altre. Uno di questi viene definito come Rumore Marrone.

In ambito scientifico il rumore marrone, detto anche rumore rosso o rumore browniano, è il rumore prodotto dal moto browniano da cui deriva anche il nome alternativo di rumore da camminata randomica. Contrariamente a quanto si pensa, il termine marrone, associato a rumore nella traduzione italiana, deriva dal nome del botanico inglese Robert Brown, scopritore del moto browniano.
La densità spettrale del rumore browniano è inversamente proporzionale a f², in questo modo si ha un' accentuazione ancora maggiore, rispetto al rumore rosa, della presenza di basse frequenze. L'intensità decresce, da un'ottava all'altra, come l'inverso del quadrato della frequenza (cioè con un attenuazione, in scala logaritmica, di 6 dB).
Il suono basso somiglia a quello di una cascata o della pioggia battente. Uno spettro diametralmente opposto al rumore marrone è quello del rumore viola che aumenta di 6 dB per ottava.


Lo spettro di potenza del rumore marrone è dato da .
In questo Link è possibile ascoltare il Rumore Marrone.











La rappresentazione grafica del segnale sonoro riproduce il modello browniano che descrive il moto disordinato delle particelle (aventi diametro dell'ordine del micrometro) presenti in fluidi o sospensioni fluide, ed osservabile al microscopio. Scoperto agli inizi dell'Ottocento dal botanico scozzese Robert Brown, il fenomeno ebbe una spiegazione fisica ed una trattazione rigorosa solo nel 1905 con Albert Einstein.

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